Wilkommen im Club Vodka-Mate.
Vi scrivo dalla mia ridente alcova di Prenz'Berg: qui basta ficcare un apostofo a metà toponimo per rendere la zona cool, sapete. È come avere un loft a T'Bella, un attico a C'Città, un monolocale sulla T'Tina. Alla fine non posso proprio lamentarmi, dopo lungo peregrinare ho finalmente apposto il mio cognome sul citofono, e posso assaporare la sensazione di farmi i beati cazzi miei una volta per tutte.
All'inizio non è semplice: non hai nessuno cui dare la colpa quando dentro casa non funziona un cazzo. A dire il vero il problema non si è ancora posto perché manca fisicamente qualsivoglia oggetto che abbia una funzione, ma se si mi si dovesse rompere la lavatrice prima di aver raggiunto un livello decente di tedesco credo mi rivolgerò al consolato per interpellare un esperto del settore, possibilmente nella figura di Wim Wenders.
Non lo sapete? Wim Wenders aggiusta lavatrici. È un fottuto aggiustalavatrici di cristo. Cristo rompe lavatrici apposta per incontrare Wim Wenders. Se Manzoni avesse conosciuto Wenders, col cazzo che avrebbe lavato i panni in Arno.
Tornando alla ricerca della dimora, tale operazione mi ha fatto conoscere pur superficialmente tutte le zone della città: manco a dirlo, ogni quartiere risulta essere il quartiere gay di Berlino, il quartiere più dinamico di Berlino, il quartiere più esclusivo di Berlino.
Berlino è una città di ricchioni ubriachi che non stanno un attimo fermi, perfetto.
Per fortuna le cose non stano così: ci sono anche tanti ricchioni che non si muovono.
Ritengo stucchevole tediarvi con idilli esistenziali circa i viali colmi di foglie di Friedrichshain, la movida notturna di Simon Dache Strasse, l'eterno divenire della metropoli, e altre menate simili: non che me ne freghi un cazzo del vostro livello di noia, per quando mi riguarda potrebbero anche costringervi legati per mesi ad ascoltare Allevi suonato da Fabio Volo.
Che è molto meglio di Allevi suonato da Allevi, dovete darmene atto.
Dicevo, questi racconti on the road da fuorisede lucano fagocitato via Postepay tramite il sudore profuso nel raccogliere quintali di pomodori sono prova tangibile di quanto l'unità d'Italia sia stato un evento nefasto. Ci pensate? Ora potreste fare capodanno nel Granducato di Toscana, vantarvi di esservi scopata una mungana avente i natali nello Stato di Milano, oppure acquistare da Amazon Savoia.
Io non ho niente di particolarmente folle da raccontare, forse perché esco con gente più ubriaca di me e che non può quindi essermi d'aiuto nel ricomporre il puzzle della serata.
–Abbiamo un perizona, un biglietto della U5 e una costola di brontosauro. –Ok che ci abbiamo dato giù, ma non rammento di aver chiavato un velociraptor in metro ieri notte.
Nessuna eventualità può essere scartata, a causa del vodka-mate. Il vodka-mate, con il suo gusto giovane e sbarazzino, se assunto in quantità elevate può condurti a limonare duro il più cesso del locale, e di inviare contestualmente il filmato alla tua famiglia ed al tuo datore di lavoro.
Per fortuna non possiedo ancora uno smartphone, ma se mi vedete suggere una bottiglia dal contenuto paglierino mentre vi apostrofo in maniera colorita, vi prego di mettermi in guardia dal rischio telematico appena descritto.
Cari figli di puttana, mi sono messo a rileggere un po' di Bukowski: le opnioni su Buk si divisono tra fastidiosissimi detrattori che badano a stigmatizzarne la monotonia tematica, la mancanza di messaggio, la crudezza delle immagini, e fastidiosissimi estimatori che ne esaltano gli argomenti concreti, la comunicazione immediata, l'atmosfera vivida; una masnada di mentecatti cui auguro di fucilarsi a vicenda mentre chiavo le loro donne scolandomi birra scadente in un motel del Giurassico.
Inizio a ricordare qualcosa dell'altra sera, forse.