Houston, abbiamo un problema.
Salgo su un autobus colmo di seducenti sedicenni intente a sfregare le superfici dei propri smartphone con la medesima dovizia con cui si applicano al proprio clitoride, e la quasi totalità di esse mi appare come un valido motivo per finire dietro le sbarre. Il distacco con cui tengono sottobraccio i vocabolari di latino, figlio del loro tempo, mi fa pensare a quanto vuoto sia questo nuovo secolo, e a quanto inutili siano i miei tentativi di produrre riflessioni pertinenti dopo essermi dipinto come potenziale violentatore di minorenni. O almeno questo è la linea che mi consiglia di tenere Giovanardi.
Giovanardi è il mio avvocato sapete? Ho sempre pensato che la professione forense fosse un sottile equilibrio tra il profondo sapere e l'intrattenimento di bassa lega: non essendo riuscito a far chiavare la Montalcini con Pupo, mi sono dovuto accontentare del buon vecchio Joe, ma forse è bene che vi spieghi la storia.
Eravamo diretti in disco tutti e 4 nella decappottabile della nobel, con i ritmi frenetici di Carl Cox che avevano già mandato in risonanza la dentiera del mediocre cantante che sedeva davanti, mentre io e mister Van Hardy ci stringevamo dietro. Al quinto gin usciamo a liberarci dei liquidi con il caro Joe, quando vediamo due bionde esagerate iniziare a limonare come se non ci fosse un domani: si palpavano attraverso i vestiti succinti, e si scambiavano saliva come farebbe un undicenne avido con dei doppioni Panini.
- Minchia Joe visto che roba? - Cazzo, meglio di una pisciata all'aperto!
Mi rispondeva al termine della minzione, in questo caso davvero d'onore. Tale comprensibile uscita è stata mal riportata e fraintesa da qualche giornalista sempre pronto con zelo a non farsi i cazzi propri, che evidentemente vuole a tutti i costi denigrare il mio legale - come se ce ne fosse ulteriore bisogno. Un giorno vi racconto anche quella dei froci all'Ikea, ora no che devo dargli il Ciappi.
Per rimanere in tema di bulimici, mi han detto che Adele ha vinto i Grammy: non so che cazzo siano, so solo che la prima è un'obesa che dovrebbe avere una bella voce, ma partorisce lagne che farebbero cadere le palle anche ad un'astronauta in assenza di gravità - il quale peraltro sceglierebbe il momento meno opportuno per gridare "Houston, abbiamo un problema". Povera Whitney, chi l'avrebbe detto che sarebbe morta così presto. Il decesso della nota cantante e la sua inalazione di una quantità di cocaina sufficiente a coprire al monte Rushmore potrebbero essere collegati, suggeriscono i cani da slitta della polizia di Miami. I quali sarebbero ben felici di esser trasferiti in Nevada, per inciso.
Nel frattempo la penisola è stata messa in ginocchio dal rigido inverno, il quale ha avuto almeno la gentilezza di accarezzarle la testa. Pronta la risposta del sindaco capitolino Alemanno - "pale in mano!", scusandosi subito dopo per non aver ancora capito bene come si scrivono le doppie sul suo cellulare. Già in autunno la città è finita in stato di calamità naturale perché il suo primo cittadino non si aspettava che d'autunno piovesse, ora era ignaro che durante la stagione fredda potessero esserci precipitazioni nevose. Ma non preoccupatevi, una squadra speciale anti petali di ciliegio è già pronta per le idi di marzo, assicurano dal Campidoglio.
Questo paese è sempre più al paradosso, meno male che ho un avvocato. Minchia Joe che roba.