Hipsters don't lie.
Fu una fottuta hipster a rovinarmi la vita.
Appariva chiaro non tanto dal conforme taglio di capelli, quanto dal booklet di Bon Iver che si intravedeva timido dal perizoma. Starete già dicendo "hey amico, se hai perlustrato la sua biancheria di che ti lamenti!": peccato mi fossi dovuto documentare esclusivamente sui reportage che le sue fottute amiche hipster realizzavano su flickr.
"Sono foto artistiche, diego."
"Giraci a stazione Termini dopo le 11 così, vedrai che belle occhiate en-plein-air che riceverai."
"Tu ed il tuo pressappochismo repubblicano, ti meriteresti davvero Reagan di nuovo!"
"Prima cosa siamo nel ventunesimo secolo inoltrato nonché in Europa; seconda, almeno a letto potresti toglierti la tua fottuta tracolla?"
O almeno privarla delle biografie di personaggi che apprezzi solo perché non puoi farne a meno.
Questo fu troppo anche per lei, che abbandonò la mia camera sbattendo la porta con tutto il vigore di un disco dei Radiohead. Cioè nessuno. Non poteva funzionare con una che idolatra quattro eunuchi britannici, nessuno dei quali facente parte dei Beatles poi.
"Vedi che ti ho sentito, sarà meglio il tuo metal da camionista scandinavo!" - disse riaprendo la porta con tutta la soave delicatezza di un disco dei Franz Ferdinand, cioè nessuna.
"Ma dai, lo sai che Yorke mi piace. E' solo che la tua fottuta tribù di minorati culturali farebbe andare di traverso caviale anche ad un barbone!" - le risposi mentre mi impegnavo a distinguere le sue parole dalle convulsioni di un clochard che si strozzava con tartine alle uova di storione - "cos'è, se i miei occhiali non hanno diametro superiore a quello di una pesca non posso assurgere ai vostri simposi letterari del cazzo? Non che ne abbia voglia, preferirei vedere una retrospettiva su Polanski sottotitolata in armeno."
"E' in programma dopodomani a casa di alcuni miei amici gay dell'istituto di design, vieni? Dicono che le lingue dei regni sudsovietici esaltano il gusto del maestro."
"Ho un raduno di autotrasportatori svedesi con la passione per il growl, baby. E togliti quei cazzo di jeans, stai raggiungendo la densità di una stella di neutroni."
"Apprezzo il gesto diego, ma dopo la sparata di prima scordati di vedermi mai più senza indumenti."
"Tranquilla, l'ultima volta che è successo eri in jpg. Per essere un metodo di compressione a trasformata ti stava da dio."
Volete mettere il gusto di una reflex con quello di succulenta carne intellettualmente impegnata? Chiavarsi una hipster convinta è più catartico di sacrificare cento buoi ad Odino. Questo desterà le ire di qualche cultore celtico del cazzo secondo il quale avrei proferito chissà quale blasfemia nordica, dimostrandosi peraltro molto meno eterosessuale di quanto non millanti, vista la determinazione con cui ha aggirato il bocconcino in Converse.
"diego, tiri sempre fuori la storia delle Converse fatte in Cina quando mi denigri, sei banale e scontato, oltre che invidioso allo stato viscerale."
E' vero, sono banale e provo una certa invidia. Ma non mi bagno su una macchina da scrivere e non mangio cuscus in un bistrot, per poi divorare 4 kebab alle 2 di notte.
"Sono coerente con la mia linea etnica, diego. Aiuto anche il Darfur così."
"Peccato che poi li innaffi di Peroni e ketchup. Del resto da una che fibrilla se non controlla tumblr ogni 7 minuti non posso pretendere sforzi logistici simili."
"Non è assolutamente vero" - diceva mentre consumava F5 sul suo MacBook - "e poi i tuoi pezzi a volte sono pieni di dialoghi, cosa che ne abbassa vertiginosamente la qualità perché li rende privi di periodi complessi e li riduce ad una massa di proposizioni principali all'indicativo presente."
"Benché potrei essere d'accordo con te, e finanche il tuo pensiero si limiti agli scritti più frivoli, non posso negare una certa dovizia nella sintassi di quello che penso e riporto qui, cosa che verrà manifestamente confermata nelle subordinate che seguono e che non ho assolutamente voglia di inventarmi adesso."
Questa sottotribù della quale tra 10 anni resteranno una manciata di blog fantasma su Wordpress vuole farmi addirittura prediche linguistiche. Le accetterei anche di buon grado, se la smettessero di venerare Pitchfork. Li vedo già dentro Messaggerie Musicali in centro, con borselli Eastpack imbottiti di Tritolo e dischi di Animal Collective, pronti a farsi saltare in aria. La cosa non mi dispiacerebbe affatto, visto che odio quel negozio, è la morte della musica; mi diverte solo chiedere dischi inesistenti ai commessi.
"Cercavo "L'arte del clavicefalo ben sterrato", di Giovanni Sebastiano Bacco."
"Ha guardato a fianco a Shakira?"
"Sì ma non c'è" - rispondo dopo aver scrutato lo spazio intorno alla procace cantante sudamericana che mi accompagnava. Shakira e la sua voce da robot sgolato dopo una vacanza in montagna ad urlare yodel da un albergo di Canazei.
Ce la vedreste Shakira intellettualoide? Leggings, maglietta fino alle ginocchia, iPod con i Beirut.
E canterebbe Hipsters don't lie.