2016: best albums I stumbled upon

2016: best albums I stumbled upon

Scrivo un post all'anno oramai praticamente, ma non voglio rinunciare al consueto diario musicale, che riporta gli incontri più piacevoli di un anno che di piacere ne ha visto pochino.


Giovanni Martino era uno che con la chitarra ci sapeva fare parecchio. Egli ha ispirato generazioni di chitarristi, uno su tutti Ben Watt dei tuttotrannelatipa, come Tracey Thorn stessa racconta quando parla di uno dei suoi primi incontri con Ben, e del disco che c'era sul giradisco - Solid Air appunto. Vorrei avere dei nipoti - sì, direttamente dei nipoti, senza passare pei figli - per poter suonar loro Don't Want To Know ogni domenica pomeriggio, davanti al camino.


I migliori se ne vanno sempre prima, si sa. Mister Howard però ci ha lasciato un'eredità splendida e sanguinante, musica ruvida e a suo modo dolce, e soprattutto dei testi più veri ed eterni che mai. EXIT EVERYTHING GENTE, EXIT EVERYTHING.


Credo di aver scandagliato pressoché ogni anfratto dei fondali dreampop/shoegaze, specialmente nei pressi dei primi anni Novanta. Difficilmente qualcosa riesce ancora a sorprendermi del tutto, magari arriva a piacermi parecchio, senza che per questo arrivi a farmela consigliare a qualcuno fuori dal giro. Ma questi ragazzetti americani hanno scritto una roba assurda, che mescola già il casinismo proprio di Alcest e The Angelic Process, alle melodie crepuscolari di Klimt 1918 ed Anathema, ad un autentico senso sognatorpopolare. Disco dell'inverno, almeno per me.


Ce ne vuole di sfiga per scrivere un bel disco come questo, e al contempo avere gli stessi genitori di Tom Yorke. Chi ti prenderà mai sul serio? Chi riuscirà a non pensare EH MA IL FRATELLO BLABLA. Canzoni sincere, intime, ben suonate. Ad avercene di album così tutti i mesi, davvero.


Allora sarei stolto se ignorassi il livello di PASSERISMO emanato dal corpo di Marissa, quando ella fa ingresso sul palco e riempie la stanza con la sua voce, il suo profumo, i suoi occhi scuri ed immensi. L'ho vista due volte dal vivo quest'anno e mi ha proprio folgorato. Le ho anche regalato un paio di foto mie tristone e belle. Lei mi regala tutti i giorni il suo folk arioso, sognatore e malinconico, anche se non lo sa. Baci Marissa. Copriti un po' ché fa freddino.


C'è un'autostrada tra Malmö e Louisville a quanto pare, e i Logh vi sfrecciano avanti e indietro senza problemi. Bombetta dalla trequarti.


Ivooo, Ivooo, guarda un po', che belloooo - drimpop quattroadí allo stato puro, è quanto di più affine ai Cocteau Twins possiate trovare sulla piazza. Hanno pure suonato assieme a parecchi concerti tantevvero. Quel sassofono o clarinetto o quel che cazzo è, il sonno eterno come unica risposta. Sognando cavalli che corrono e saltano nell'erba cresciuta sui ruderi di Primark.


Da quando suono la chitarra, mi sono avvicinato a parecchia musica che non credevo avrei mai raggiunto prima. Tra le figure che ho imparato maggiormente ad apprezzare quest'anno c'è Jason Molina, che in meno di quarant'anni di vita ha scritto un sacco di musica americana e bellissima. Tutte la robe a nome Magnolia Electric Co. e Songs: Ohia sono stellari, in solitario consiglio l'esordio Pyramid Electric Co. Quella voce rotta, quella chitarra ora incalzante ora fantasmale.


Conosco poche altre band che pur ricalcando pedissequamente la proposta musicale di gruppi più celebri, offrano qualcosa di apprezzabile e sensato. Parlo appunto degli olandesi Essence, cui i Cure piacciono proprio tanto. Davvero ricalcano pure la voce, sono tremendi, ma le canzoni sono fighe quindi perché lagnarsi? Ci hanno tanti bei dischi poi, mica uno.


Musica dallo spazio proprio, sinuosa, a tratti spettrale, e QUELLA VOCE. Di Alison Shaw. Sorella di Jim Shaw. Al secolo noti come Cranes. A proposito di Robert Smith e soci, li vidi proprio all'apertura del loro concerto a Roma nel 2012, e paradossalmente non riuscivo ancora ad apprezzarli. Ora un casino.


I For Against sono uno dei miei gruppi di riferimento di sempre, ascolto i loro primi due album a più riprese durante l'anno, specie nei giorni freddi. Con Coalesced invece la temperatura sale, vira verso il rosso, l'energia giovanile cede il passo ad un'espressione matura ed adulta. Veramente un album senza punti deboli, suonato col cuore dall'inizio alla fine.


Cioè quanto avrebbe fatto riderone se i Where I Wake Warm avessero scritto un brano chiamato MAGARI TE SVEJI FREDDO? Purtroppo non sono di Frascati e non l'hanno fatto. Un sacco bello, per rimanere in tema di gotica romanità.


"Non vi devo presentare Billy Bragg." Questo è quanto devono pensare tutti, perché a me non l'ha presentato nessuno e l'ho scoperto da solo, per caso. Amore al primo ascolto, lo canto sempre quando giro da solo la sera ubriaco. Suona la chitarra da dio, se la palmmuteggia duro mentre scandisce testi immagnifici e veritieri. Verdades como puños, direbbe Cervantes.


Va bene, ho scoperto i Beat Happening a trent'anni suonati, problemi? Stonati, scanzonati, genuini. Cito You Turn Me On ma anche l'omonimo d'esordio di qualche anno prima è incluso ovviamente, con quella copertina poi.


Puro sesso. Vedetevi un po' di video, guardate tutte le cantanti che si sono avvicendate al loro microfono, e giudicate da voi. Fare cover di classici punk/post-punk/gothic in chiave acustica/bossanova magari non è l'idea più pazza del mondo, ma spesso il risultato è eccellente. Pensate che li ho scoperti il giorno prima che suonassero qui a Berlino, ma ero in partenza per Londra, ché mi aspettava la Kristin Hersh. La vita è fatta di scelte, ed io prendo solo le prime baby.


Menzioni d'onore per La orquesta oculta dei cileni Prehistöricos, un disco dolcissimo che non trovo su discogs e mi si sputtanava il layout.

A tra un anno raga. O forse no, faccio la top10 dei live perché ne ho visti di gran fighi quest'anno. Siggail.