Warten auf die U-Bahn.
Io, e come me credo tutti gli uomini, ci ho questo passatempo di guardare le donne mentre aspetto la metropolitana; fintanto che il fottuto pezzo di latta si degna di arrivare, eccomi a scrutare ogni femmina in età da marito, in età da liceo o ancora in età da divorzio che solca la banchina.
Quelle troppo belle le lascio stare subito, inutile sprecar fantasia per chi non ti guarderà mai neppure in faccia, perché oramai avezza a partiti troppo migliori di te; a me piacciono quelle con una storia addosso, per quanto sia sempre io a cucirgliela, e mai loro ad indossarla. Ci ho questa biondina davanti, assorta nel suo libro, che tiene una gamba piegata dietro l'altra, con giù il piede a punta in equilibrio, coperto da stivali lunghi e morbidi. Non ho idea di cosa legga, e non me ne curo; uno zuccotto lascia intatto il mistero tricotico, gli occhi guizzano celesti alla fine di ogni capoverso, senza rischio che guardi mai di qua.
Tante invece dedicano attenzione solo al proprio apparecchio telefonico: le scarto, sono già di qualcun altro oppure vacue nell'animo.
Le mie preferite sono quelle che recano con sé strumenti musicali: se per alcuni la custodia induce ambiguità, vedi quella che passa tra fagotto e sax soprano, la maggior parte di essi si riconosce senza indugio. E fra tutte le musiciste, la mia scelta cade sulle suonatrici di violoncello. Ne avete mai visto una suonare? Ecco che abbraccia il proprio strumento come farebbe un'amante gelosa, ecco che lo sfrega e lo pizzica, ora per ottenere un languido gemito, ora per un ostinato più vigoroso. Le immagino nude, con lui stretto tra le gambe, costretto a non potersi mai voltare, agli ordini della propria signora.
Oh, se vorrei essere il violoncello di una studentessa due lustri più giovane di me, che mi apra la porta di casa con indosso solo il proprio sorriso, e che mi cinga e che mi baci e che mi ami, senza che le importi di come mi chiamo, di che lavoro faccio, o se ci ho almeno il quinto di pianoforte.
È il terzo ferro che passa, questo lo prendo davvero.