Reverse bukkake.
Oggi il papa ha detto che "i social network sono una cosa buona, tranne nel caso in cui si creino profili falsi", o almeno così ho letto su benedictus27.blogspot.com. Chissà se verranno mosse le coscienze di quei padri di famiglia che impiegano medesime energie nell'allontanare le proprie figlie dai terminali e nel tappare la bocca alla domestica mentre le fanno sentire il peso della borghesia nello sgabuzzino.
L'espressione "padre di famiglia" usata al giorno d'oggi, mi ha sempre dato da pensare: si può essere padri di una Lancia Delta, di un'anguria, di una sineddoche? Quando la finiremo con quest'ipocrisia della ridondanza lessicale? Accetto touché etimologici inerenti al pater familias solo da ventunenni maggiorate di lettere e filosofia. Lo dico per bloccare sul nascere il panegirico di due ricchioni di Catanzaro che vedevo già pronto in arrivo.
Lo so, ho detto che avrei smesso con l'umorismo spicciolo sull'omosessualità, ma la lotta alla ridondanza linguistica ti succhia tutte le energie, giuro.
Spezzo anzi una Lancia in favore della categoria. Quella di prima per la precisione. Con tutta probabilità, Nichi Vendola sarà il candidato premier per il centro-sinistra nelle prossime elezioni politiche, ma solo perché Bersani non ha orecchini. Siate onesti: per quanto il suo programma risulti vagamente convincente e anche sensato rispetto a quanto lo circonda, potrà mai un omosessuale dichiarato ricevere più voti di quante ostie vengono ingoiate ogni domenica mattina? È come cercare di vincere al Camp Nou con Bocelli centravanti. Lo sanno anche i sassi che dà il meglio da terzino.
Gli internauti posti innanzi la parola "bukkake" si dividono in due categorie: chi non la conosce e va a compiacersi una volta effettuata la ricerca, e Sandro Bondi. Seriamente, è che ancora non avevo citato un politico d'opposta fazione, e mi sembrava il contesto adatto per ripristinare la par condicio. Qualcuno si ostinava a chiamarla par condiction a metà degli anni '90, ignorando vergognosamente il fatto che la nostra cultura discende da David Bowie. O almeno dai suoi capelli.
Il tamtam giornalettistico delle ultime settimane è da villipendio alla categoria: scandali presidenziali, timide risposte clericali, qualche trafiletto sugli operai Fiat, e mai un cazzo di posto per sapere chi è capocannoniere. In compenso c'è stata l'incursione di Berlusconi durante il programma di Gad Lerner su La7: mi ricorda l'infanzia, quando al circo mi portavano a vedere il numero del nano e dell'ebreo. Mi ero ripromesso di non utilizzare simili epiteti nei confronti di Berlusconi: sono propri di chi combatte le proprie battaglie a suon di tweet e status su facebook, eccezion fatta per quando va nelle piazze a far numero. Del quale la questura vi riporta il logaritmo naturale.
Colgo l'occasione per manifestare la mia solidarietà nei confronti dei videoredattori di Repubblica, costretti a vivere in evidente stato di semischiavitù. Non si spiegherebbe altrimenti la scelta di accostare "Afghanistan, video-choc: oppio ai bimbi affamati" e "Sbaglia da un metro a porta spalancata": solo un senzacuore avvicinerebbe una simile tragedia allo sballo di giovanissimi rampolli viziati. Repubblica però ha la stimabile idea di riempire la propria homepage di servizi su puttane di varie forme e colori, forse per rendere più naturale l'obbligata migrazione verso i lidi di youporn.
Che consulto solo per sentire l'altra campana, chiaro.
A proposito, riflettete: ogni domenica, una moltitudine di persone si mette in fila per ricevere una patina bianca sulla propria lingua. Un bukkake al contrario.