Soliloquio di un'anima ferita.
Per una volta e mio malgrado, mi trovo ad abbandonare il sarcasmo che caratterizza i miei post in favore di una feroce denuncia personale, alla lettura di uno dei tanti post dei blgo reazionari dopo gli schiamazzi post Saviano-e-eutanasia.
Ricordando il caso Englaro, tale Francesco Bruno riesce a vomitare le seguenti parole:
"..non so in che stato era ridotta [la Englaro, ndm], da quanto ho appreso difficilmente poteva contrarre una nuova maternità, ma ove fosse stata gravida, in quel caso avrebbe potuto partorire e generare."
"DIFFICILMENTE"?
UNA DONNA IN COMA DA 17 PORCODIO DI ANNI E' ANCHE SOLO LONTANAMENTE CONTEMPLABILE COME OGGETTO DI RAPPORTO SESSUALE?
Come mai non sei ancora a Guantanamo a torturare prigionieri? Vedo già Goebbels scappare da mamma alla lettura di un pensiero simile.
"Hey, abbiamo provato a darti un fratellino, ma mamma ha sempre mal di testa e non c'è verso di portarla a letto."
E questi ammassi residuali di big-bang hanno il coraggio di chiamarsi pro-life. Certo, come se ci fossero dei pro-death [fan di Schuldiner a parte].
A voi, della vita, NON FREGA UN CAZZO. Perché vita non è solo inspirare ossigeno e sputare anidride carbonica, alternare ritmicamente sistole e diastole, accumulare glicogeno e adenosintrifosfati.
Vita è RISPETTO della gioia ma soprattutto del DOLORE altrui.
Vita è FIDUCIA nel percorso etico e morale personale di ogni individuo.
Vita è ASTENSIONE dal GIUDIZIO nei confronti di vicende strazianti ed intime.
Non impugnare casi umani per alzare il tuo share di fedeli. Non farmi la predica sull'embrione, quando già del neonato non ti frega niente e lo lasci crepare di aids o di denutrizione, sposando politiche imperialiste in vesti servili. Non parlare alle coscienze quando ne sei privo tu stesso. Non darmi dell'immorale, quando veneri idoli e vorresti mettere in pratica un mucchio di precetti marziali, inapplicabili e vecchi di millenni.
Ma prima di ogni altra cosa, fa' una cortesia.
SE DEVI ENUNCIARE IL TUO MISERABILE PUNTO DI VISTA DA SERVO DEL POTERE CHE TI CORRODE, PRENDITI L'ONERE DI FORNIRE ARGOMENTI CHE PRESCINDANO DAL "PERCHE SI' ", PERCHE' NULL'ALTRO ASSERISCI NEI TUOI MELLIFLUI PAPIRI LOGOCICLICI.
Me ne sbatto il cazzo di netiquette, formattazione, del porco del vostro dio che ottenebra il vero grande dono che abbiamo: la nostra mente, al contempo ente di massimo splendore e veicolo di pensiero turpe e velenoso.
Sì, venefico come chi fa categoria di qualsiasi forma di amore e sentimento puro e le addita come indice di decadenza per la società: voi invidiate chi ama perché non siete in grado di farlo, perché non avete sentimento che per l'effimera soddifazione che torce le vostre budella mentre una pletora di lobotomi asseconda il vostro turpiloquio.
Ma da quanto è che non vi emozionate per un fiore, una melodia, un sorriso, un ricordo? Mai lo avete fatto, perché petalo non vi ha toccato, nota non vi ha raggiunti, carezza non vi ha sfiorati, memoria non vi ha assistito. E no, non riesco ad avere pietà né perdono per le vostre esistenze vuote e deleterie. Eppure dovrei mettere in pratica le parole del vostro maestro, di quell'uomo che tanto ha insegnato sia con parole acute che con atti coerenti e di amore per chi mai gliene aveva dimostrato.
Lui che aveva cacciato i mercanti dal tempio, e voi che lì sempre avete portato avanti mercimonio di indulgenza, vendita, ostentazione.
Lui che curava nei giorni di festa, e voi che siete schiavi della tradizione.
Lui che diceva "amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi", e voi che date del malato a chi ama.
Lui che donò ai discepoli la conoscenza di tutte le lingue, e voi che volete annichilire la cultura con dogmi opprimenti.
Lui che scacciò Simonmago, e voi che vivete nella superstizione del demonio.
Lui che moltiplicava il cibo per sfamare le genti, e voi che vi riempite di sfarzo alla faccia di chi si dilania nella povertà.
Lui che ha avuto LE PALLE di morire, e voi MERDE nel palazzo.
Il vostro dio è un porco, un idolo immondo, un fantoccio ardente. Il mio Dio è umile, intangibile, estraneo alla mia natura, immerso in quella che mi circonda, presente nell'arte e nelle persone.
Il vostro dio è un maiale, si basa sul numero e sugli anni, e non su principio e bontà. Il mio Dio trascende ogni paralogismo e non si rapporta con banale dialettica con l'essere umano.
Il vostro dio è una bestia imposta con violenza e forza. Il mio Dio un giorno mi disse: "Questo è il poco che ho da offrirti. Sappia la tua anima prenderlo per il tanto che penso tu meriti."
Il mio Dio è eterno, il vostro muore con voi. Spero quindi presto.