Decathlon: lo sport rende liberi.
La vita dell'uomo è contrassegnata da tappe più o meno importanti: la prima menzogna ai genitori, il primo bacio, il primo fermo per concussione, la prima paronomasia. Ed il primo pomeriggio da Decathlon.
Sì, parlo proprio di uno di quei casermoni di bibliche dimensioni che stravolgono l'urbanistica delle periferie con il proposito apparente nobile di vendere articoli sportivi, ma che in realtà si limitano a scopiazzare la tinta della pagina web che state leggendo ora.
Tempo di raggiungere il gremito luogo di morte, e già si percepisce pesante tutto il disagio esistenziale di un '900 che proprio non vuole saperne di terminare. Almeno finché non la smetterete di acquistare orologi digitali difettosi costruiti da vietnamiti sordomuti per due gianduiotti scaduti al giorno. Gianduiotti che il ridente bambino che mi viene incontro all'ingresso deve trangugiare in quantità apocalittiche quotidianamente, a giudicare dal potente campo gravitazionale da lui prodotto. L'ho notato dalle maree che genera nelle flaccide protesi siliconiche delle signore che gli passano a fianco.
Il genitore che lo accompagna, dal quale sembra evidentemente aver ereditato i meccanismi di metabolismo, gli chiede lumi circa l'imminente acquisto.
–De che squadra 'a volevi 'a maja, der Mancester?
–No pa' cazzo, der Cersi! [Manchester United e Chelsea, ndm]
Queste nuove generazioni, non fanno moto ma almeno studiano.
Superato l'impatto iniziale, mi guardo intorno e vedo un turbinio di persone attraverso una pletora di corsie che le fabbriche polacche ai tempi della Luftwaffe pre-conflitto avrebbero certo invidiato; tutti cercano, spostano, prendono, provano: e fin qui non ci sarebbe nulla di male, non fosse per gli obesi cronici che adocchiano tavole da surf. Amico ti spiego una cosa: sebbene Dio o chi per lui sia stato clemente, ed abbia fornito questo pianeta di un'accelerazione di gravità abbastanza contenuta, ancora non disponiamo di mezzi sufficienti per calcolare il tuo baricentro. Quindi con tutta probabilità, alla prima bava di vento finirete a picco tu ed il fottuto pezzo di legno che anche solo per un secondo hai bramato.
Per non parlare di chi scruta le corsie "Escursionismo Maschile", perfettamente cosciente del fatto che quei bermuda Quechua li indosserà per vedere i prossimi Europei sul divano, divorando tacos intrisi di salsa barbecue ed olive in salamoia innaffiate da fiumi di pilsner d'importazione, e non per avventurarsi sulle alture di un luogo circa il quale se avessi veramente voglia di scrivere un pezzo coi controcoglioni mi andrei a documentare in maniera certosina.
In tutto questo a me servono delle banalissime infradito, ma mi è difficile trovarle perché il mio sguardo viene rapito e seviziato a turno dai fouseaux di alcune quarantenni che sembrano non veder l'ora di mettere in pratica alle spalle dei loro ignari mariti quanto appreso diligentemente in quello scarto televisivo che è Sex and qualcosa. Mi metto quindi in cerca di un esemplare di commissus dechathlonis, la specie più diffusa nell'emisfero boreale dopo gli account di Twitter, ma tutti i timidi mammiferi che incontro si ritraggono nelle loro pettorine turchese e fanno finta di riordinare mazze da golf. Quando finalmente ottengo l'attenzione di una biondina, cosciente del fatto che di lì a poco le avrei fatto presente la sua natura falimentare di studentessa fuorisede di lettere che si mantiene piegando canottiere e sollazzando coloro cui paga l'affitto, mi dice gentilmente che il modello che cerco non è disponibile in questo punto vendita e che dovrei recarmi in uno distante 40 km da quello in cui sono, e che la Novelle Vague è stato il punto di svolta della cinematografia d'oltralpe. No questo non l'ha detto, ma dai piercing sui capezzoli pareva chiaro. Almeno a me.
Indignato dal suo pressappochismo culturale più che da quello del magazzino, mi avvio mesto all'uscita del bunker, non prima di aver schivato un nugolo di marmocchi scettici circa il fatto che una sfera di cuoio gonfia, ogni volta che viene lanciata verso il suolo, rimbalza verso l'alto e produce frastuono sufficiente ad infastidire la produzione di orologi in Vietnam. Poco male, il governo è lieto di risparmiare sui gianduiotti, li rivende tutti ai bambini obesi di Decathlon.