Duo meae pecuniae de re crucifixis.
Si è sentito tanto parlare della giusta collocazione della cristiana effige negli ultimi giorni, e a mio avviso troppo spesso in maniera non solo faziosa, ma anche inconsistente.
Prima che il mio pensiero venga etichettato come ateo-laicista-taleban-musulman-omosessual-rosanelpugn-blasfem-giacobin e quant'altro, ritengo doverose delle precisazioni a priori.
- non sono ateo.
Di certo non sono cristiano, ma vivo la mia spiritualità nella maniera che ritengo più opportuna, e mai ostenterò pubblicamente il mio rapporto con qualsivoglia entità, sia essa un'emanazione della mia mente o qualcosa di esterno. Non mi porrò mai il problema di questionare a riguardo perché sono l'unico arbitro della mia trascendenza; - l'Italia è una Repubblica e non uno stato confessionale.
Ergo i luoghi pubblici devono essere privi di rappresentazioni religiose, di qualsiasi natura. Non lo dico io ma la nostra Costituzione - che poi qualcuno ci si voglia pulire il culo è altra questione, ma allora credo sia inutile discutere; - non analizzerò questioni politiche o di rapporto tra culture differenti.
Ritengo i popoli debbano riuscire da soli ad uscire dal proprio medioevo, siano essi mediterranei o mediorientali o oltreoceanici; - non ho intenzione di convincere nessuno circa cosa sia giusto o sbagliato.
Chi la pensa differentemente spero abbia buone ragioni a difesa della propria tesi; la mia analisi vuole essere oggettiva, non persuasiva; - ritengo ci siano questioni più importanti della presenza o meno di due legnetti appesi al muro.
Per me è solo uno spunto di riflessione, non ne faccio una Crociata - per coerenza almeno ;).
Detto ciò, veniamo al quid: dopo ricorsi passati, qualche giorno fa una signora finlandese ha posto all'attenzione della Corte Europea di Strasburgo le sue remore circa la presenza di un effige religiosa nel pubblico luogo di istruzione frequentato dai propri figli [Link].
Gli argomenti di contrasto, tutti assolutamente logicamente nulli, si dividono in varie categorie:
- argomento per mancata autorità: "Questa che vuole? Imponesse le sue leggi a casa propria, qui fa come diciamo noi" e similari.
La validità o meno di un concetto prescinde da chi lo esprime. Se un tema è degno di nota, lo si consideri per la sua essenza, e non perché a sollevarlo sia stato un individuo più o meno considerato.
In passato il giochino era semplice perché la questione fu posta da esponenti islamici, il che rendeva il paralogismo assai più gustoso: "Proprio loro vengono a parlarci di religione, misericordia! Voglio vedere se vai casa loro.." - non che all'epoca il ragionamento fosse valido, ma era sicuramente di effetto molto maggiore.
Per inciso ritengo che la Finlandia possa insegnarci molte cose per civiltà e tolleranza, ma ognuno è libero di imparare quello che vuole da quanto la vita gli offra.
- argomento per autorità temporale: "Questo simbolo è nostro da 2000 anni, nessuno ce lo toglierà" ed altre considerazioni di natura strettamente cronologica.
Se qualcosa è giusto o sbagliato, questo di sicuro non è legato al momento in cui l'enunciato è stato pronunciato; la questione è sulla liceità della presenza o meno del simbolo in un determinato contesto, e non sarà la data di fabbrica di esso a conferirgli maggiore autorità. Se lo stato non è confessionale, deve privarsi di iconografia in contesti pubblici - si può contestare questo, ma non sostenere il contrario solo per una data, senza contare il fatto che nessuno stabilisce quale sia il termine primo oltre il quale qualcosa guadagna il diritto di "esistere da sempre" o meno. Questo è una sorite, errore argomentativo molto banale ed evitabile, che però la gente tende a non riconoscere.
- argomento per nesso causa-effetto: "Questo elemento rappresenta l'identità della nostra nazione!" e giù di lì.
Prescindendo dal mio pensiero circa la coesione del paese in cui abito, nessuno ha mai stabilito una causalità diretta tra quest'icona e quel che rappresenta, e l'unione della nazione.
Rispetto assolutamente chi, con argomentazioni sostanziose, sostiene che il cristianesimo sia un coesivo geopolitico della penisola, ma non sarà una formula lapidaria a convincermi di qualcosa che, per definizione, va sotto l'opinione.
L'unica vera cosa che ho visto mettere d'accordo tutta e dico tutta la penisola, è stato l'ultimo rigore di Grosso a Berlino 2006. Propongo una sua gigantografia come italico baluardo piuttosto, no?
- argomento per mancato danno: "Ma che male ti fa? Se non sei cristiano sono 2 pezzi di legno no?", che è una cover del celebre tormentone "Ma perché ti sbattezzi? Se non sei cristiano è stata un po' d'acqua in fronte no?".
Io non mi permetto di essere arbitro dei dolori altrui. Potrei mettere una Stella di David in una scuola palestinese, o viceversa, tanto non sono loro simboli e non dovrebbero destare alcuna reazione, ma non penso andrebbe proprio così.
E' lecito che qualcuno ritenga la presenza di un simbolo religioso altrui in un contesto pubblico comune una prevaricazione, ed è suo diritto ritenerlo o meno elemento di disturbo. Si può discutere di questo ovviamente, ma darlo per scontato non è di questo mondo.
- argomento per "Europeae radices": i più scaltri provano a schivare l'ostacolo italiano, tentando di conferire autorità alzando il peso geografico - "sono innegabili le radici cristiane dell'Europa", non curandosi minimamente di definire quello che è una radice, né il concetto di cristiano, né quello di Europa.
Partiamo dal definire l'Europa stessa: essa è un continente, un lembo di terra. Possiamo parlare delle sue origini geologiche, ma cristo c'entra poco.
Possiamo parlare di un area più o meno definita in cui si sono stanziate delle popolazioni. Ma io ricordo Arabi, Romani, Ottomani, Celti, Greci, Fenici, Normanni..anche qui è totalmente arbitrario definire il cristianesimo come matrice comune dei popoli che l'hanno abitata o la abitano ora.
L'organismo ufficiale attuale è l'Unione Europea, che è un'organizzazione supergovernativa basata su un trattato economico che parla di mercato comune.
L'ultima volta che Cristo e denari sono finiti a contatto sappiamo com'è andata a finire no? ;)
Il fatto che una sensibile percentuale delle persone di un continenti si professi di questa o quell'altra religione non garantisce che tale struttura geografica si fondi su tale principio: chi stabilisce che essa conti di più del diritto o della lingua? Potremmo porre le lingue romanze come paradigma, o la tradizione culinaria, o qualsiasi altra cosa, se poi non ci prendiamo la briga di sostenere con precisione il valore di quello che diciamo.
Chiosa finale, è verificato che l'autore della bandiera europea [corona di stelle gialle su fondo blu] era un mariano devoto. Nessuno stabilisce che tra le convinzioni di un autore ed il suo committente ci debba essere nesso di causa-effetto - se così è, la Madonna è una puttana perché Caravaggio ne fece ritratto prendendo come modella una prostituta morta, ma nessuno pensa questo vero? :)
- argomento per punizione: "se non volete il crocifisso allora lavorate a Natale e durante le altre feste!". Questa è la chicca :) Prescindendo dal fatto che ci sono categorie che lavorano anche durante quei giorni, si spera il calendario di lavoro sia tarato per un tot di giorni annui, e che eventuali giorni di ferie siano stati stabiliti per delle ricorrenze. Ora se si togliessero tali date, si ridistribuirebbero altrove, se si vuole mantenere costante il rapporto salario/lavoro.
A me non dà fastidio che si sostenga o meno l'idea. Penso che la scuola italiana abbia problemi ben più gravi di questo. Mi fa sorridere il fatto che nessuno utilizzi l'unica argomentazione valida, cioè:
"io il crocifisso lo voglio perché a me sta bene così."
con le inevitabili conseguenze del caso, e senza fronzoli retorici che si sciolgono come neve al sole e che denotano solo chiusura mentale ed utilizzo strumentale di quel bieco mostro da loro stessi indicato come Relativismo Culturale - cosa c'è di meno assoluto di un paralogismo, di un ragionamento senza fondamento logico?
Detto ciò, ribadisco il punto due delle mie premesse, che tronca qualsiasi discussione: lo stato non confessionale deve essere religiosamente asettico, lasciando massima libertà ai luoghi di culto certo. Chi non è d'accordo con la costituzione di questo paese, se ne torni a casa propria, e se questa coincide con il paese stesso, abbia il buon gusto di parlare se e solo se l'emanazione vocale è sostenuta da senno.
Vado, dalla copisteria han detto che i 10 milioni di fotografie di Grosso che avevo chiesto sono pronte.