Fine Before You Came Live 07/04/2012 @ Traffic, Roma
Canzoni.
Stage diving.
Maledetta sfortuna.
Fottute canzoni strappacuore.
Alberi addobbati perché qualcuno voleva un natale.
Stage diving riusciti maluccio.
Questo potrebbe essere un resoconto ermetico ma fedele della serata: del resto avere velleità oggettive nel riferire un concerto dei Fine Before You Came è del tutto inutile - ognuno vive in modo intimo seppur euforico la catarsi musicale garantita dal gruppo milanese, che offre l'esecuzione integrale degli ultimi due [assai riusciti] dischi. I FBYC sono un piccolo miracolo social-musicale, perché pur dovendo la propria fama esclusivamente al tamtam cibernetico e a certa critica di qualità, si garantiscono un pubblico di gente caldissima ed in totale empatia con loro stessi: il microfono è girato più verso la platea che verso il palco, con la prima che intona ogni singola lirica a memoria con vigore apparentemente interminabile, roba che formazioni ben più blasonate se la sognano.
Non vi è divisione né intellettuale né fisica tra musicisti e spettatori, non potrebbero esistere gli uni senza gli altri: entrambi lo sanno, si invocano a vicenda, si dimenano senza pause, mettendo a nudo la propria anima dionisiaca spogliata di ogni pudore quotidiano. Del resto, quello sfortuna aveva lacerato il cuore di chiunque l'avesse ascoltato, dichiaratamente o meno: riconoscere l'inizio di Buio e riversare tutte le proprie ferite pre-, in- e post-adolescenziali nel pogo sfrenato, gridando che delle tenebre non si ha paura, che è meglio non vedere che cercare invano; fondersi con Fede e la sua pesantissima coscienza del cambiamento, dire di spazzolini e di canzoni del mare, di numeri rimossi di brioches di cartone; lanciarsi nelle nuove Sasso o Magone o Capire Settembre [da Ormai], aggiungere cose alla Lista o gridare contro quella maledetta sfortuna di Vixi - sì XVII, diciassette.
Inutile parlare ulteriormente della [bellissima] musica o delle singole canzoni, lo si è già fatto a dovere in altre sedi e momenti: un concerto dei FBYC as a whole è un atto di sincerità davvero genuina e rarissima in quest'epoca; si sa perfettamente sia quello che accadrà che come avrà luogo, dalla scaletta ai siparietti alle botte date a quelle prese. Questo è quanto si ha da offrire, lo si abbraccia volentieri perché è esattamente ciò di cui si ha bisogno, un momento cioè in cui scorrono sofferenza ed euforia, e mille altri sentimenti per i quali il genere umano nel corso dei secoli si è prodigato a cercare fottuti recipienti che li tenessero ben etichettati e separati: per una volta ancora il vetro si è rotto a forza di urla, ed è stato bello.
We were not fine at all, before you came guys.