Mogwai Live 8/07/2011 @ Ippodromo Capannelle, Roma
A due anni dalla loro ultima apparizione nell'Urbe, i musicisti di Glasgow tornano a solcare un palco capitolino, nell'occasione per presentare il loro ultimo lavoro su lunga distanza: Hardcore Will Never Die, But You Will. I fasti giovanili di Young Team (1997) e di Come On Die Young (1999) sono lontani, tanto che i riferimenti più lontani in scaletta puntano a Rock Action (2001).
Dopo l'apertura dei genuini A Classic Education guidati da Johnatan Clancy, già compagno d'avventure dei Giardini di Mirò nelle loro ultime esibizioni, è subito tempo di Mogwai: si parte con White Noise, esordio comune all'ultimo disco, e si paga un minimo dazio acustico a causa di un basso eccessivamente presente, problema di cui presto non si avrà più percezione per fortuna. La serata decolla subito con Hunted by a Freak, da Happy Songs for Happy People (2003), presto riconosciuta ed acclamata: la trama sonora è tanto pastosa quanto trasparente è la sua costruzione al cospetto del pubblico, con la voce filtrata di Burns come ingrediente finale.
Si torna al presente con How To Be A Werewolf, alternative rock degno dei Yo La Tengo - per chi li aveva etichettati come irrimediabili depressi - e la più canonica I'm Jim Morrison, I'm Dead. Si raggiunge quindi uno dei momenti più belli della loro esibizione con Killing all the Flies, brano interpretato con rara intensità nell'occasione. Segue la solenne Friend Of The Night da Mr. Beast (2006), per poi attingere ancora a piene mani dal nuovo album con San Pedro, Death Rays e la splendida Mexican Grand Prix, in bilico tra cliché elettronici e semplice voglia di schiacciare il pedale fino in fondo per una volta.
I membri del gruppo sono a proprio agio ma non perdono il loro aplomb albionico, e l'interazione con il parterre si limita a qualche sobrio "grazie mille, thank you very much": del resto nessuno era lì per intrattenere conversazione, ma solo per prestare massimo ascolto al prezioso tesoro musicale presentato. Si concedono un salto nel passato con 2 Rights Make 1 Wrong per poi tornare ai giorni nostri con You're Lionel Richie ed il granitico muro sonoro di We're No Here, altro momento di struggimento massimo. Viene messo in atto il consumato rito della pausa pre-encore, momento in cui ogni spettatore ripone le ultime speranze di veder eseguito il proprio brano preferito: fortunato chi attendeva l'incedere marziale del piano di Auto Rock, così come chi ha gradito la sostenuta Rano Pano, o ha gioito alle prime note di Batcat, dalle sonorità decisamente più ruvide e post-metal e degna conclusione di una prova intensa, sincera e senza sbavature.
Unico neo imputabile può esser quello di aver trascurato l'inizio della propria produzione, a detta di molti il periodo più valido della medesima, ma a stento si ha memoria di un concerto la cui scaletta abbia soddisfatto chiunque: di certo, alla luce della discografia dei Mogwai, era molto difficile proporne una che avrebbe deluso chiunque, data la qualità della loro musica.
Tornate presto, non c'è Satana qui.